Non è semplice trovare le parole giuste per definire un uomo nel momento in cui viene a mancare. È molto più difficile quando la sua esperienza umana ha conosciuto mille sfaccettature ed ha lasciato un forte patrimonio ideale, culturale e educativo nelle persone con le quali è venuto a contatto.
Appartengo ad una generazione per la quale il prof. Domenico Mastrorilli, per tutti Mimmo, abita nei racconti delle donne e degli uomini che l’hanno conosciuto e che lo tratteggiano innanzitutto come formidabile docente e preside, nonché autorevole sindaco di una delle stagioni politiche di Ruvo mai dimenticate.
Mimmo Mastrorilli era un comunista, inseparabile dalla compagna e moglie Eva Gadaleta, protagonisti insieme di battaglie per i diritti delle donne, dei giovani, dei lavoratori e delle lavoratrici. Nel suo ricordo si è unita tutta la città di Ruvo, indipendentemente dall’appartenenza politica. La rettitudine morale, l’attività da instancabile animatore culturale, la caparbietà dimostrata in decenni di lotte, lo rendono oggi una figura quasi aliena rispetto all’imbarbarimento dell’agone politico cittadino e nazionale.
In tanti conservano ricordi preziosi, tanto della sua attività di preside e docente di generazioni di ruvesi, quanto della sua sindacatura dal 1976 al 1981.
Qualcuno ricorda le sue passeggiate al primo mattino, attento indagatore della città e del verde pubblico, rigoroso nelle osservazioni verso chi con incoscienza e noncuranza deturpava il patrimonio cittadino. Molti lo definiscono un’ecologista ante-litteram, attento anche allo sconfinato agro ruvese. La giunta Mastrorilli espresse la sua forte contrarietà alla costruzione del poligono militare di Torre di Nebbia. Lo stesso consiglio comunale produsse una delibera che definì Ruvo “città smilitarizzata”. Antimilitarismo e ambiente, due temi che avrebbero caratterizzato il dibattito politico nei decenni a venire.
Altri ricordano l’efficacia della sua azione amministrativa nel contrastare politiche clientelari che alimentavano potere e consenso nella città di Ruvo. Altri ancora ricordano l’attenzione per lo sviluppo economico e produttivo della città, anni in cui furono gettate le basi per la nascita della zona industriale. Tantissimi ricordano la passione per il teatro, la cura per la dizione, l’organizzazione dei giovani nell’allestimento di opere teatrali dal contenuto sociale che poi trovavano spazio nelle Feste dell’Unità della provincia. La cultura e la coscienza politica, due elementi fondamentali per l’emancipazione dell’individuo e della comunità.
In tanti lo definiscono semplicemente un uomo curioso, intelligente, appassionato, aperto a tutte le istanze. Qualcuno ricorda un episodio di un anno fa, nel quale la sua capacità di attento osservatore della città si univa all’amarezza per l’imbrattamento della targa di Via Nello Rosselli, martire dell’antifascismo. Un’amarezza che metteva in secondo piano qualsiasi parola utile a descrivere gli acciacchi dell’età.
Tanti altri ancora, i compagni e le compagne, gli amici di sempre, i familiari e anche gli avversari politici ricorderanno mille cose che io non so e che invece albergano nella loro memoria.
Si dice spesso che la memoria è ingranaggio collettivo. Ma in questo periodo in cui si tornano ad assaltare le sedi dei sindacati, la memoria sembra più che offuscata. L’esperienza politica e umana di Mimmo Mastrorilli può diventare una bussola, soprattutto per noi giovani e per quanti cercano ancora un riferimento che parli di lotte per la giustizia sociale, per la democrazia, per i diritti delle donne, per l’emancipazione degli oppressi.
Pubblicato su “Il Quotidiano del Sud – Puglia” del 15 ottobre 2021.
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